giovedì 18 ottobre 2018

Io lì c’ero già stata





Il mio paesaggio che credevo sconfinato
perché scomposto e ricomposto m’illudeva
di sempre nuovi boschi intricatissimi
di fitti prati mossi e inaspettati,
ora arrivata ai margini lo vedo: chiuso
orticello calpestato e spoglio, forse
per troppa cura soffocato. E allora

spoglia anch’io andrò nel ricco mondo, anche
se temo il suo ferroso chiasso. Che mi si spalmi
addosso, suderò sperduta, a me perduta,
di me ortolana io che me ne faccio?

Straniera arresa finalmente e penetrabile
mi do mi offro, no anzi raccolgo erbette
strane che mai avevo visto, e non farò
cataloghi scientifici, le annuserò soltanto
forse le mangio, venefiche o inebrianti
o senza esito, che importa, anche in ritardo
io qui mi schiudo al mio nuovo coraggio.

Aperto campo, da sempre ero invitata,
potevo andare, perché non sono andata?
Anche se poi mi pare, si, ricordo,
sono sicura, io lì c’ero già stata.  

Patrizia Cavalli

1 commento:

  1. Questa è una delle poesie più belle che esistano e fra le piû belle di quelle di Patrizia Cavalli

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